Tra i tanti libri della biblioteca della nostra scuola ne abbiamo trovato uno dal titolo “La paura è fatta di niente”.
Prima di leggerlo abbiamo però parlato un po’ della paura.
La nostra maestra ci ha chiesto “Voi avete delle paure?” La risposta unanime, un coro deciso, è: “No!”. Allora lei ha continuato chiedendoci: “Ma cosa significa avere paura? Cos’è la paura, possiamo descriverla?”. E numerose sono le risposte che abbiamo dato:
• la paura viene quando una cosa non ti piace
• quando una cosa non sai cos’è ti spaventi e ti viene paura
• cerco quello che può mandare via la mia paura: se ho paura del buio accendo la luce
• quando ho paura scappo
• a volte urlo se ho tanta paura
• mi nascondo per non avere paura
Poi finalmente è giunto il momento di leggere la storia: un bambino che ci descrive le sue paure. Siamo contenti e, soprattutto, sempre più incuriositi; ecco la prima scritta:
C’era una volta
e ogni volta che vuoi tu
un bosco buio di alberi all’ingiù.
Ma gli alberi a testa in giù non esistono! Allora il bambino ha paura perché vede in modo storto. Infatti se capovolgiamo il libro il bosco è giusto … e non fa più paura.
Nella pagina successiva c’è scritto:
Conosco un bosco tinto di fosco
ogni tanto ci passo attraverso
Ha sentieri bui e neri
che gran fifa, fuggirei volentieri!
Il bambino della storia vuole fuggire da un bosco fitto … anche noi a volte vorremmo scappare da alcune situazioni.
Dalla lettura del libro scopriamo che la paura è una “cosa normale”, soprattutto in determinate circostanze. Appartiene a tutti. E anche i grandi hanno paura: anche la maestra ha paura, ha tanto paura dei topi! Insieme ridiamo di queste nostre paure, perché delle paure si può anche ridere, perché no?
Ma poi la curiosità di scoprire come prosegue la storia del libro ci spinge ad andare avanti e continuiamo a sfogliare le pagine:
C’è qualcuno che mi tocca
la paura è proprio sciocca
c’è qualcuno che mi prende
la paura è fatta di niente…
Nel lettino son da solo
ma vorrei spiccare il volo…
Ho paura della morte
il dolore è troppo forte
Dopo la lettura di queste righe ci viene voglia di raccontare le paure che ci assalgono prima di addormentarci. A volte sono tristi, altre volte si tratta di desideri, di sogni ad occhi aperti, di ricordi. La paura del buio è la più diffusa, ma anche la paura di rimanere soli o di essere portati via.
Alla fine la maestra chiede “Raccontate mai i vostri pensieri più ‘paurosi’ a qualcuno?”. Qualcuno sì ma la maggior parte no, perché si vergogna, ha paura di essere giudicato o addirittura rimproverato.
Poi domanda ancora “Il protagonista di questo racconto ci assomiglia?”. Sì, tutti ci siamo identificati in lui e lo ammettiamo con spontaneità e semplicità.
“Ma all’inizio non avevate detto di non avere nessuna paura?”. A questa domanda ridiamo tutti e sorride anche la maestra. E siccome delle paure non c’è da vergognarsi … proviamo anche a disegnarle e a realizzare una lumaca che ha paura! Anche la nostra amica Elisabetta ci ha confidato la sua paura: quando delle enormi dita vogliono toccare le sue antenne, lei ha molta paura e si rifugia nel suo guscio!
Maestra Laura
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