Dalla Cina al Perù …tutti incontro a Gesù!
“E’ l’anno del Giubileo, della Misericordia
la speranza è che si appiani ogni discordia.
Il Papa ha voluto la porta Santa spalancare
invitando tutti noi a riflettere, a pensare
sul senso della nostra esistenza
che, su questa terra, non debba essere soltanto una semplice presenza.”
Questo il principio ispiratore della nostra recita natalizia che vede come protagonisti tutti i bambini grandi della scuola.
La nostra storia è ambientata a Roma, in tanti hanno seguito l’evento in tv e hanno deciso di partecipare personalmente.
C’è gran frenesia all’aeroporto di Ciampino, una chiassosa comitiva proveniente dall’Africa ha animato e colorato una tranquilla mattinata romana. Dopo aver depositato i bagagli in albergo si recano in Piazza San Pietro indossando vestiti eleganti e ciascuno con un tamburo in mano: un passante incuriosito domanda al capo comitiva il perché tutti abbiano questo strumento in mano. La risposta è molto semplice: è tradizione del popolo africano festeggiare la vigilia di Natale partecipando alla Santa Messa, indossando un vestito nuovo e, al termine della funzione proseguire i festeggiamenti con canti e balli per le vie del villaggio.
Che silenzio invece, all’aeroporto di Fiumicino: un numeroso gruppo di persone provenienti dalla Cina, atterra nella capitale e freneticamente, si dirige verso il centro. Pur essendo giorno hanno una luce in mano che cattura l’attenzione dei passanti i quali si domandano il perché di questo bagliore. La luce, simbolo di Gesù che nasce, ha un significato importante nelle tradizioni natalizie del popolo cinese: essi infatti addobbano l’albero con fiori e collane di carta ma soprattutto con lanterne accese che illuminano le strade e le loro case.
E se l’arrivo del popolo cinese è passato quasi inosservato, per la compostezza e il silenzio che li contraddistingue, non si può dire lo stesso del popolo Peruviano. Il suono delle chitarre e dei flauti e un simpatico accento spagnolo hanno accompagnato lo sbarco dei pellegrini provenienti dal Perù. Giunti in Piazza San Pietro, improvvisano una semplice ma significativa drammatizzazione che colpisce molto i passanti i quali si chiedono cosa stiano rappresentando. In Perù il Natale è molto sentito e oltre alla tradizione classica del presepe, la nascita di Gesù si festeggia attraverso balli e canti animati che proseguono tutta la notte fino a mattina.
L’ultimo atterraggio della giornata vede protagonisti gli abitanti del Brasile, popolo caloroso e armonioso. In Brasile lo spirito del Natale riempie le vie delle città ma al calor del sole e non sotto la neve. Giunti a Roma, nonostante il freddo della capitale, si presentano in Piazza San Pietro, danzando allegramente e indossando vestiti leggeri e molto colorati. Le persone che li incontrano rimangono colpite e si avvicinano per conoscerli meglio.
Alla stazione di Roma Termini scende dal freccia rossa un’allegra scolaresca milanese: dopo aver parlato a scuola del Giubileo lo possano finalmente vivere recandosi in Piazza San Pietro. Ma una volta arrivati si accorgono che, in piazza, manca il presepe, tradizione tipica del Natale italiano realizzato per la prima volta da San Francesco a Greccio, col desiderio di portare Betlemme con la sua Natività in casa propria, per potersela godere, non solo lui, ma tutti quei cristiani che non potevano recarsi in Terra Santa.
I bambini iniziano così a cercare nelle loro valigie dei vestiti adatti da poter indossare per far rivivere in uno scenario naturale la nascita di Gesù.
In Italia, In Cina, In Camerun in Brasile o in Perù
in ogni paese si festeggia la nascita di Gesù,
un avvenimento straordinario,
al di sopra del nostro immaginario,
accaduto più di duemila anni fa
ma ancora attuale in ogni città:
l’arrivo di un bambino speciale
un Re ma non di stirpe regale
concepito nel grembo di una donna
la Vergine Maria, la Madonna
venuto in questo mondo per insegnarci ad amare
per portare gioia speranza ed aiutare,
soprattutto chi soffre e ha bisogno
in modo concreto e non come in un sogno.
La venuta di Cristo ha cambiato la storia
e, a Natale, della sua nascita si fa memoria.
E, se è vero, che in questo giorno Santo
Il mondo si ferma per elevargli un canto,
perché non ricordarsi di lui tutto l’anno,
e non solo nel giorno del suo compleanno?
Questo l’augurio che i bambini grandi hanno voluto farci!
Maestra Anna
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