Chi ha detto che per far divertire i bambini sono necessari giochi costosi? È possibile stimolarli anche con dei giochi realizzati in casa, in questo modo cambierà anche il loro modo di giocare. Un pomeriggio a settimana ai bambini vengono proposti giochi “costruiti dall’insegnante”, semplici ma ai loro occhi molto attraenti, ai quali partecipano liberamente. Abbiamo iniziato con questi quattro giochi, alcuni già noti ai bambini altri invece nuovi: domino del mare
quale abbigliamento mi metto?
individua l’immagine corretta
con queste forme realizzo …
Ecco come procediamo: sui tavoli della classe vengono posizionati i diversi giochi e la regolamentazione dei turni di gioco è gestita autonomamente dai bambini. Ognuno sceglie quindi a quale gioco dedicarsi, con quali compagni e per quanto tempo. Se in un primo momento i bambini cambiavano spesso gioco o partecipavano a quello scelto dall’amico, con il passare delle settimane i bambini hanno dimostrato una maggiore capacità di scelta e una più prolungata dedizione al gioco scelto, indipendentemente da chi a quel gioco stava giocando.
Un approfondimento per mamma e papà
Dalla notte dei tempi, i bambini hanno sempre giocato. Il gioco attraversa tutta l'infanzia e accompagna ogni tappa della crescita, creando un ponte tra realtà e fantasia. Non è una frivolezza o un’inutile perdita di tempo: al contrario è il campo privilegiato dove il piccolo scopre e si misura con il mondo. “Non c'è niente di più serio e più coinvolgente del gioco per un bambino. E in questa sua serietà è molto simile ad un artista intento al suo lavoro. Come l'artista, anche il bambino giocando trasforma la realtà, la reinventa, la rappresenta in modo simbolico, creando un mondo immaginario che riflette i suoi sogni a occhi aperti, le sue fantasie, i suoi desideri” (Silvia Vegetti Finzi, A piccoli passi, Mondadori). In ogni epoca, l'infanzia si è 'misurata' con la realtà attraverso il gioco: un mezzo indispensabile per acquisire nuove competenze ed entrare in relazione con il mondo circostante in modo diverso a ogni fase della crescita. Ma è davvero sempre 'utile' tutto questo giocare? Forse a qualche genitore viene spontaneo chiederselo osservando l'attività libera e, apparentemente, poco produttiva e non finalizzata di suo figlio. E proprio questo dubbio potrebbe portarlo a sommergere il piccolo con i cosiddetti “giocattoli intelligenti” che dovrebbero stimolare le capacità manuali e logiche. Ma non lasciano spazio alla fantasia e alla sperimentazione libera; nel gioco spontaneo il bambino è invece protagonista attivo ed è anche per questo che i giocattoli semplici (e non quelli che fanno tutto da soli) sono molto più stimolanti. Giocare? Aiuta i bambini a crescere. L'American Academy of Pedriatrics ricorda anche che il gioco è così importante per lo sviluppo ottimale dei più piccoli da essere riconosciuto dalle Nazioni Unite come un diritto fondamentale di ogni bimbo. In uno studio promosso dalla Bernard van Leer Foundation (Children's right to play, 2010), gli autori, Wendy Russell e Stuart Lester, ricercatori presso l'Università del Gloucestershire (Inghilterra) affermano che il gioco appartiene ai bambini. Gli adulti non devono essere invasivi e imporre al tempo del gioco una rigida programmazione. E nemmeno organizzare e proporre luoghi e attività che segregano i bimbi controllando il gioco. Il gioco non è un “mero passatempo”, ma contribuisce al benessere di ogni bambino da un punto di vista fisico, cognitivo, sociale ed emotivo-affettivo. Giocare, infatti, permette ai bambini di esprimere la loro creatività, l'immaginazione e di cimentarsi in nuove conquiste, alimentando l'autostima (e vincendo così ansie e paure).
Maestra Laura
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