A proposito di acqua non poteva mancare l’argomento dell’igiene personale con particolare riferimento al sapone, che insieme ai bambini abbiamo riprodotto.
Innanzitutto abbiamo letto la storiella di Pierino Porcospino:
C'era una volta un bambino che non si lavava mai, non si pettinava mai, non si tagliava mai le unghie. Nessun bambino voleva giocare con lui perché era sporchissimo. Tutti lo chiamavano "Pierino Porcospino". Un giorno un maialino incontrò Pierino Porcospino e lo salutò così: "Buongiorno fratellino!". Pierino Porcospino diventò rosso rosso per la vergogna e da quel giorno si lavò sempre e diventò un bambino pulitissimo.
Dopo la storiella abbiamo memorizzato la filastrocca di Pierino Porcospino, che nonostante il significato, ha causato grande ilarità tra i bambini.
Oh, che schifo quel bambino!
È Pierino il Porcospino.
Egli ha l’unghie smisurate
che non furon mai tagliate.
I capelli sulla testa
gli han formata una foresta
densa, sporca, puzzolente.
Dice a lui tutta la gente:
oh, che schifo quel bambino!
È Pierino il Porcospino.
Successivamente tramite alcune domande guida, inerenti la storia, abbiamo conversato sull'importanza dell'igiene personale giungendo a parlare, in modo particolare, dell'utilizzo e dell'importanza del sapone.
Prima di “fare il sapone” abbiamo raccontato la sua storia partendo dall’antichità fino ad arrivare ai giorni nostri. I Babilonesi e gli Egizi sono i primi ad averlo utilizzato, sotto forma di oli e unguenti animali e vegetali. Non facevano spesso il bagno (una volta all’anno) ma, chi ne aveva la possibilità, si lavava le mani almeno una volta al giorno. I Romani, per lavarsi, usavano la pietra pomice e la cenere di faggio, ma i veri inventori del sapone moderno furono gli Arabi. Il loro sapone era colorato, profumato, solido e liquido.
Il sapone, così come lo conosciamo noi oggi, è una reazione chimica tra un grasso, per esempio olio vegetale, e una base, per esempio la soda caustica. La molecola del sapone ha una coda che odia l’acqua e ama lo sporco e lo cattura vicino a sé e una testa solubile che si lega all’acqua: in questo modo si spiega perché, usando il sapone, riusciamo ad eliminare tutto lo sporco.
Dopo aver esposto la storia del sapone ci siamo soffermati sul modo corretto di lavare le mani, per cui tutti in bagno a lavarsi correttamente le mani rispettando le varie fasi del lavaggio.
Dopo di che, una volta tornati in classe, abbiamo iniziato la procedura per produrre il sapone.
Fasi di lavorazione:
Grattugiare 120 gr. di sapone di Marsiglia e un piccolo sapone profumato
Mettere il sapone in una pentola di acciaio e aggiungere poco alla volta 90 gr. di acqua
Spremere il succo di mezzo limone
Mescolare continuamente, con il fuoco molto basso, cercando di sciogliere i grumi sino ad ottenere un impasto omogeneo
Spegnere il fuoco e aggiungere un colorante alimentare (noi lo abbiamo messo azzurro)
Versare negli stampi, noi abbiamo utilizzato i bicchierini in plastica del caffè, e riporre in freezer per due ore
Estrarre il sapone dallo stampo e farlo asciugare per una settimana circa
Pertanto una settimana dopo i bambini hanno potuto portare a casa la loro saponetta.
Maestra Giancarla
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