Gesù è presentato al tempio

A conclusione del tempio natalizio la chiesa commemora e contempla un evento riportato nel Vangelo di Luca: quaranta giorni dopo la nascita di Gesù, Giuseppe e Maria, secondo la pratica religiosa del tempo, portano il bambino a Gerusalemme per presentarlo al Signore, così come prescritto dalla legge mosaica.

Utilizzando delle immagini viene spiegato ai bambini che secondo la tradizione la madre di un figlio maschio doveva presentarlo, quaranta giorni dopo la nascita, davanti al tabernacolo, e offrire in olocausto, come purificazione per sé, un agnello o, per i più poveri, una coppia di colombe o di tortore, che nell’icona della festa sono portate da Giuseppe, rimarcando le modeste condizioni economiche della Sacra Famiglia.

Maria e Giuseppe si avviano col bambino nel fitto viavai del tempio, una chiesa molto grande e molto bella, nella quale ci sono colonne altissime che sostengono il soffitto, meravigliose finestre e lampadari che fanno molta luce. Per giungere al tempio Maria e Giuseppe passano attraverso la porta dei neonati perché Gesù stesso è neonato.

Nel tempio c’è qualcuno che aspetta una famiglia speciale, quella di Gesù. È Simeone, un signore molto anziano che tutti i giorni al tempio aspetta l’arrivo di un bambino importante. Un giorno Simeone vede una luce e capisce che Gesù sta arrivando; riconosce in Gesù il Messia e lo prende tra le braccia benedicendo il Signore: ora egli può davvero morire in pace.

Nel tempio ad attendere Gesù c’è anche una donna, anch’essa molto anziana, è la profetessa Anna. Simeone è felice perché la grande luce di Gesù ha illuminato la sua mente e riscaldato il suo cuore. Con le braccia alzate rivolte a Dio Padre prega dicendo: “Grazie Signore che ci hai dato la tua luce, illumina la mia mente, riscalda il mio cuore e donaci il tuo amore”.

Maestra Laura